8 marzo 2012

Il sottile confine tra democrazia, legalità e giustizia

L’uomo è per sua natura un animale sociale. Il diritto è il fondamento su cui si basa la convivenza civile in una società.
La prima affermazione è vera da quando l’uomo ha camminato per la prima volta sulla terra, la seconda si è sviluppata nel corso della sua evoluzione.
Al diritto conseguono la giustizia e la legalità. La legalità deriva direttamente dal diritto presente in un determinato stato, mentre la giustizia è influenzata dalle ideologie politiche, proprie delle persone e quindi dei politici (o almeno così dovrebbe essere), i quali creano il diritto attraverso le leggi. Perciò la giustizia forma il diritto, ma senza diritto non esiste giustizia.

Uno stato quindi deve formare il diritto, ma nel contempo istruire il cittadino alla legalità.

In Italia, per esempio, fino agli anni ’90 ma anche oltre, non si è fatta una seria politica di contrasto all’evasione fiscale, ma si è preferito indebitarsi tramite condoni di vario genere per non scontentare una parte di elettorato. Ciò ha portato l’italiano medio a pensare che si evade non si ruba a nessuno.

Se il concetto di Stato, come insieme di individui che popolano un territorio, fosse passato, evadere significherebbe rubare a tutti.

Chissà come sarebbe l’Italia oggi se avesse incassato anche i miliardi di euro evasi ogni anno.

La legalità è il rispetto delle leggi e quindi l’osservanza del diritto. Non dovremmo però limitarci a questo: un cittadino dovrebbe anche attivarsi per renderla concreta e denunciare ciò che è illegale.

La situazione di questi giorni in Val di Susa fa riflettere: fin dove arriva la legalità?

È giusto che chi non è d’accordo alla realizzazione della TAV Torino – Lione possa manifestare pacificamente, ma è legale intralciare i lavori di un’opera decisa da un organo democraticamente eletto?
Queste vicende sono l’esempio perfetto del legame che esiste fra diritto, democrazia e legalità.

L’uso della forza della polizia regolamentato dal diritto: quando è doveroso intervenire e in che modo? La libertà di manifestare sintomo di giustizia: lo è anche se si lede una decisione democratica, seppur presa da un organo rappresentativo? Qual è il limite della legalità? Chi l’ha oltrepassato? Notav o Stato?

Non voglio entrare nel merito dell’opera poiché ci sarebbero molti motivi per sminuirla, ma è ormai un dato di fatto che al progetto, in auge da 20 anni, sono state fatte molte modifiche, proposte anche dalle comunità territoriali e l’opera è stata approvata. Ciò significa che bloccare i lavori è lesivo della legalità, ma è ben diverso dal dire che sia giusto o ingiusto.

La legalità, per essere tale, deve essere osservata sia che piaccia sia che non piaccia, altrimenti ognuno, secondo il proprio principio di giustizia, agirebbe di conseguenza e l’esistenza di uno Stato sarebbe subordinata al concetto di caos.

Enrico Anconelli

1 commento:

  1. Annoso problema se la legge debba essere osservata in quanto legge o se sia possibile un giudizio morale che apra le porte alla disobbedienza civile. La disobbedienza civile è il comportamento col quale si vuol far sapere alla maggioranza che, per quanto essa possa avere i voti necessari a far approvare una cattiva legge, esiste una minoranza che dà di tale legge un giudizio tanto negativo da giustificare un atto di illegalità.
    E' possibile? Si. Anche se colui che si oppone alla legge, sulla base delle proprie convinzioni morali, non dovrà né sorprendersi né lamentarsi se da ciò conseguirà un'inevitabile incriminazione.

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