15 gennaio 2012

La crisi del disordine

“Il disordine sta, è vero, nell’ignoranza delle classi povere, ma più ancora nell’analfabetismo politico delle classi dirigenti” (Badaloni)

Niente di più attuale.
Cosa crea ignoranza e povertà nella società se non l’inadeguatezza e l’analfabetismo politico della classe dirigente?
La classe politica, in primis, non è più in grado di leggere la realtà e le esigenze del paese e si trova ingabbiata nel mero sconto verbale (non “politico”) e ideologico tra vari schieramenti.
Se le ideologie di oggi fossero impregnate di idee e lo scontro nascesse tra l’incontro di soluzioni diverse ad un problema comune, sarebbe Politica.
La disaffezione dalla politica è derivata dall’ignoranza della discussione, dagli opportunismi, dal distacco dalla realtà. Perciò anche i cittadini, distaccandosi dalla gestione della cosa pubblica, iniziano ad “ignorare”, inaridendo la società.
L’Italia è oramai un ring tra cittadini contro politici che a loro volta sono in “guerra” tra loro. Ecco qual è il disordine italiano.
Einstein scriveva che i periodi di crisi sono essenziali all’uomo, poiché lo spingono a rinnovarsi e a dare il meglio di sé per superare il momento di difficoltà.
Dovremmo quindi approfittare di questo periodo buio per portare a nuova nascita la nostra società mettendo al centro la giustizia sociale, la libertà, il rispetto delle leggi, il senso civico, la cultura e l’umanesimo.
Dovremmo dissotterrare le vecchie ideologie, nel senso più nobile del termine, ovvero come insieme di valori, idee e soluzioni, per prenderne spunto e formarne delle nuove, moderne, utili e democratiche.

Il nostro presidente del consiglio Mario Monti in un’intervista ha dichiarato: “Dobbiamo riflettere: siamo sempre pronti a dare tutta la colpa ai politici, ma dobbiamo chiederci se noi come cittadini stiamo facendo tutto il possibile per migliorare questa nostra Italia”.
Il cambiamento parte proprio dall’impegno e dal concetto di “noi”. Se ogni italiano vivesse la propria normalissima vita non dimenticandosi del senso civico, capendo che il “noi” è più importante dell’“io”, avendo sempre rispetto delle idee altrui, dando l’esempio … allora la società conoscerebbe una nuova primavera.

E la classe dirigente? È la prima a doversi rinnovare per poter dare il buon esempio e per operare quelle scelte politiche che ricadano positivamente sulla società.
L’unica possibilità che abbiamo in questo campo, è che i giovani prendano coscienza del momento e con le loro idee impregnino dal basso la politica con la loro passione e militanza.

L’indifferenza e la rassegnazione sono i mali principali di una qualsiasi società.
Sempre Einstein diceva: “Il mondo è quel disastro che vedete, non tanto per i guai combinati dai malfattori, ma per l'inerzia dei giusti che se ne accorgono e stanno lì a guardare.”
Nella storia una società ignorante e immobile ha sempre portato, a lungo andare, al potere assoluto, a dittature feroci, a crimini contro l’umanità.
Per questo dobbiamo vigilare e cancellare l’indifferenza dalla nostra vita.

Se la classe dirigente determina il popolo e a sua volta il popolo determina la classe dirigente, potremmo essere spinti a credere che sia naturale che il disordine regni perpetuo.
Ma la storia ci insegna che il cambiamento è partito dal piccolo, da uomini singoli e semplici che con la loro volontà e umanità hanno portato il mondo a fare passi verso l’ordine.

Perciò sfruttiamo questa crisi, mettiamoci in gioco, con coraggio eliminando la rassegnazione stratificata nelle nostre menti e risolleviamo la nostra Italia. Politici, quelli veri, e cittadini, donne e uomini. “Noi”

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Enrico Anconelli

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