28 dicembre 2011

7 tra i tanti, ma come pochi.


Tra le tante storie che raccontano la Resistenza nella sua essenza più pura, quella dei sette fratelli Cervi è anche una delle più famose. Semplici contadini emiliani che si sono opposti al nazifascismo, unendosi al movimento partigiano, e hanno pagato con la vita il loro gesto: era il 28 dicembre del 1943 quando i sette fratelli furono fucilati dalle truppe fasciste a Reggio Emilia. Io oggi vorrei ricordare Gelindo, Antenore, Aldo, Ferdinando, Agostino, Ettore e Ovidio con l'epigrafe che Piero Calamandrei scrisse per il busto di Genoveffa Cocconi, madre dei fratelli morta di dolore alla notizia della fucilazione dei figli:
Quando la sera tornavano dai campi
sette figli ed otto col padre
il suo sorriso attendeva sull'uscio
per annunciare che il desco era pronto
Ma quando in un unico sparo
caddero in sette dinanzi a quel muro 
la madre disse
non vi rimprovero o figli
d'avermi dato tanto dolore
l'avete fatto per un'idea
perchè mai più nel mondo altre madri
debban soffrire la stessa mia pena
Ma che ci faccio qui sulla soglia
se più la sera non tornerete
il padre è forte e rincuora i nipoti
dopo un raccolto ne viene un altro
Ma io sono soltanto una mamma
o figli cari
vengo con voi


 Giovanni Ugo

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