9 dicembre 2012

Social (private) network.

Ho letto qualche giorno fa un post davvero interessante che riportava uno sconvolgente esperimento di social sorting (il cui autore è Paolo Cirio). Grazie a questo esperimento è possibile consultare nel sito Persecuting.us la precisa collocazione politica (con il 100% come limite per il non-estremismo)  di più di un milione di cittadini americani. E la cosa davvero interessante è che è stato possibile creare un simile database semplicemente incrociando in maniera del tutto legale i dati ricavati utilizzando una serie di filtri su account Twitter. 
Tra l'altro non era la prima volta. Prima di questo esperimento infatti ne era stato fatto un altro, ugualmente interessante e che vede protagonista l'altro maggiore social network, Facebook. L'esperimento lo descrive molto bene il suo stesso autore nel sito creato per l'occasione, face-to-facebook.net: "Stealing 1 million Facebook profiles, filtering them with face-recognition software and then posting them on a custom-made dating website, sorted by their facial expression characteristics. Our mission was to give all these virtual identities a new shared place to expose themselves freely, breaking Facebook's constraints and boring social rules. So we established a new website (lovely-faces.com) giving them justice and granting them the possibility of soon being face to face with anybody who is attracted by their facial expression and related data." 
La facilità con cui è riuscito il profiling di così tanti utenti (per di più utilizzando come fonte uno solo dei tanti social network possibili per volta) fa sorgere spontanea la terrificante questione sul possibile utilizzo di tali dati da parte di regimi anti-democratici. Anche se in realtà in alcuni paesi già ora si utilizzano simili analisi non "solo" a fini di marketing (pure politico) ma proprio per per schedare attraverso la Rete i dissidenti e reprimerli con limitazioni di ogni tipo.

Pensando a possibili strategie per difendersi da simili possibilità ho (ri)preso coscienza di una verità a mio avviso molto inquietante, soprattutto perchè troppo spesso rimane, per restare in tema, in background durante il nostro uso quotidiano della Rete: tra i due maggiori social network, sia Facebook che Twitter sono società private, su cui noi utenti non abbiamo alcun potere ne controllo. Partiamo da Facebook, il social network per definizione, che è di proprietà della Facebook Inc, dal maggio di quest'anno quotata in Borsa e con un fatturato di 3,7 miliardi di dollari nel 2011. Per capire chi ha veramente un potere decisionale su Facebook basta andare su whoOWNSfacebook.com o leggere questa grafico abbastanza preciso: 
Anche Twitter (pur essendo basato su un'architettura open-source) è di proprietà di un'azienda privata, in questo caso la Twitter Inc il cui vertice è composto, in sostanza, da Dick Costolo (CEO) e Jack Dorsey (founder e chairman). Questa società non è ancora stata quotata in borsa ma viene valutata per circa 8,4 miliardi di dollari. 
Ora, sapendo che il 4 ottobre 2012 Facebook ha raggiunto 1 miliardo di utenti e Twitter 500 milioni a febbraio, pur considerando i fake, gli account doppi-tripli, le aziende etcetera etcetera il numero degli utenti è spaventoso. E comunque mi pare evidente che chi oggi utilizza Internet utilizza anche i social network. E che il futuro della comunicazione tra noi cittadini digitali sia in mano a due colossi privati è una prospettiva tanto inquietante quanto realistica. 
Anche superata la questione della compravendita di dati sensibili a fini di marketing (o peggio a fini repressivi) che a quanto pare abbiamo silenziosamente (o forse inconsapevolmente) accettato, il punto di domanda si pone sulle alternative che dovrebbero esserci ma che, praticamente, o sono ancora molto lontane dagli standard che può richiedere un utente medio (l'esempio più significativo è la versione alpha di Diaspora*) oppure non esistono proprio.

E allora che facciamo se Facebook e Twitter hanno una "svolta autoritaria" o chiudono? La domanda, per ora, resta senza risposta.

Giovanni Ugo

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