10 dicembre 2011

Tre Monti

Non uno, bensì tre Monti. Tre, come gli aspetti del nuovo premier e del suo esecutivo così misterioso e mai forse nella storia della Repubblica così lontano anche solo come facce. Chi mai saprebbe riconoscere il Ministro Di Paola o il Ministro Balduzzi se incontrati per strada?
Ah, Pertini. Tornato di moda in questi giorni, chissà come mai. Chissà che direbbe l'italiano più italiano tra gli italiani. Eppure c'è da giurare che con quei (pochi, ndL) poteri attribuitigli dalla carta costituzionale avrebbe agito come Napolitano, che è l'unico che sta tenendo per la punta dei capelli questo Paese. Bisogna riconoscere la validità e la professionalità di un uomo che ha saputo agire nel vero interesse del Paese e che ha preso in mano la situazione quando Mr.B. delirava contro i giudici maoisti e dimenticava troppo spesso di guidare una nazione che gallegiava nel baratro. La scelta di Napolitano è ricaduta su Monti, per meriti personali. Lo stratagemma di Re Giorgio ha funzionato: un esecutivo puramente "inventato" non sarebbe stato gradito dal Parlamento e dall'Europa, quindi ha reso istituzionale un governo tecnicissimo eleggendo senatore a vita l'austero e sobrio Mario. Fin qui tutti d'accordo - o quasi.
 

Ma chi è Monti? Mario Monti è un triangolo di prospettive, tutte corrette e tutte errate nello stesso momento.
Mario Monti è un uomo che mastica altissima finanza da quarant'anni. E' membro della Commissione Trilaterale fondata da David Rockefeller, una "associazione" che riunisce banchieri, petrolieri, uomini d'affari d'Europa, America Sett. e Giappone, che promuove una "cooperazione" di queste aree del pianeta tramite strategie economiche comuni. Ne fanno parte 300 persone al mondo, e non è mai stato chiaro perché queste aree del pianeta debbano cooperare tra loro senza passare dagli ordinari meccanismi istituzionali. SuperMario è inoltre membro del Gruppo Bilderberg, una "setta" di economisti e banchieri che si riunisce pubblicamente una volta l'anno ma a porte rigorosamente chiuse. E' un piatto ricco in cui possono ficcarsi gli amanti delle teorie del complotto, del Nwo e stregoni di vario genere. SuperSuperMario è membro del direttivo di Goldman Sachs, una tra le più grandi banche d'investimenti finanziari del globo, coinvolta a piene mani nella crisi finanziaria attuale. E non si capisce bene se suddetta banca sia vittima o carnefice, visto che Grecia e Italia hanno accusato i dirigenti di manovre economiche speculative ai loro danni. Insomma, una carogna al soldo delle banche mondiali, del New World Order e degli speculatori che vogliono cibarsi della carcassa del bel Paese.
 

Poi c'è il Monti istituzionale. Il Monti presidente della Commissione europea per la concorrenza e della Commissione europea per il mercato interno. Non propriamente bruscolini, insomma. Per queste cariche di estrema rilevanza internazionale si è conquistato il beneplacito di mezza Europa il giorno del suo insediamento. Quasi a dire "Tranquilli, è uno dei nostri, un amicone." Nel tempo libero il Robocop del Mediterraneo è diventato rettore dell'Università Bocconi di Milano nella quale insegna dal 1985 ed editorialista del Corriere della Sera.

Infine c'è il Monti sconosciuto. Il Monti premier. Questo misterioso individuo che parla di lacrime e sangue senza far capire da chi prenderà le lacrime e da dove succhierà sangue. Fino all'altroieri. Ennesimo decreto legge, ennesima manovra finanziaria (la terza nel solo 2011), ennesimo eborso allucinante. 20 miliardi di sentenza da riscuotere in due anni, dall'Irpef, dall'Ici e da pensioni che non ci saranno mai. Non ha risolto poi tanto SuperMario, verrebbe da pensare in uno slancio di rabbia quando guardi i prezzi delle pompe di benzina. E invece no. Posto che i tagli alle spese militari saranno per sempre fantasie, che i tagli alla politica non esisteranno mai (perché il vero privilegio è il rimborso elettorale, non l'autista), che l'evasione fiscale resterà il cancro incurabile, che Santa Romana Chiesa non pagherà mai un centesimo di tasse, la manovra montiana è la meno peggio che ci potessimo aspettare. Perchè mixa il lapalissiano esborso popolare ad una nuova prospettiva sul piano europeo. A Bruxell non ne potevano più di festini, orge, coca e puttane, non perché sono austeri conservatori ma perchè il meccanismo Ue e soprattutto il meccanismo Euro funziona solo se funzionano tutti. E il nano non funzionava già da un po' (e c'è da chiedersi quando mai abbia funzionato).
Monti è la nostra assicurazione del futuro politico sul piano europeo. Teniamoci le lacrime, il sangue e le spese. Un giorno racconteremo ai nostri nipoti "Sì, io c'ero. Ho visto un nano al governo che se vi dico il solo nome vi blocco la crescita, poi un tipetto losco che non si capiva mai se parlasse o muovesse le orecchie. E poi..."
Lascio il lieto fine alla fantasia dei lettori.


Lorenzo Alemanno

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