11 dicembre 2011

Ricordo (,) valori

Questo è un pezzo che ho scritto per il prossimo numero del giornalino scolastico del mio istituto, ma voglio condividerlo anche con voi.

Il ricordo è uno degli aspetti più importanti e formativi della vita. Ripensando a momenti passati si possono evitare errori, prendere decisioni, giudicare, prendere esempio, crescere.

Il ricordo è uno degli aspetti più importanti anche della morte. A chi non farebbe piacere essere ricordato per ciò che ha fatto, detto, scritto, costruito in questa vita, anche una volta che non è più presente. La qualità del ricordo è importante.

Ogni uomo ha diritto di essere ricordato e pianto sinceramente dalle persone che lo stimavano, lo amavano e lo vedevano come punto di riferimento. Non dovrebbero esistere morti di serie A o di serie B.

Ciò che non riesco a digerire, è l’ipocrisia generata da ogni morte, direttamente proporzionale alla straordinarietà dell’avvenimento e alla popolarità del morto. Una volta, il pianto e la disperazione per persone che non avevano nulla a che fare con la propria vita era un mestiere, oggi sembra diventato uno sport, in qualche occasione. Ogni defunto ha diritto al pianto sincero di chi ne ricorda pregi e difetti, e che lo giudica per quello che era tra gli uomini, che non lo santifica solamente perché si trova in una tomba e che non diventa fan della sua pagina facebook solo per l’onda emotiva della massa. Forse sono pensieri portati all’esasperazione, ma tutto ciò non è, per me, sopportabile.

Ho deciso quindi di ricordare due italiani che hanno perso la propria vita in circostanze molto diverse ma che avevano in comune lo spirito di solidarietà che li ha portati al sacrificio.

Vittorio Arrigoni, un uomo che ha lasciato la propria terra per raggiungere volontariamente Gaza e aiutare la popolazione palestinese, straziata dalle perenni tensioni con Israele che non permette una vita serena e pacifica agli abitanti di questa sfortunata terra. Ha scritto un libro dal titolo “Gaza. Restiamo umani” in cui vengono raccolti tutti gli appunti di diario dei giorni della sanguinosa offensiva israeliana denominata “Piombo fuso” protrattasi dal 27 dicembre 2008 al 18 gennaio 2009. Questi racconti, spesso scritti sotto i bombardamenti israeliani, sono l’unica testimonianza diretta e di denuncia di quel bagno di sangue.

La sera del 14 aprile 2011 viene rapito da un non ben definito gruppo terroristico. Un video uscito poco più tardi, mostra Vittorio bendato e legato, mentre un rapitore accusa l’Italia di essere uno Stato infedele e lancia un ultimatum, con cui chiede l’immediata scarcerazione di alcuni terroristi dalle carceri palestinesi, minacciando l’uccisione dell’attivista entro il giorno successivo.

Il 15 aprile 2011 durante un blitz in un’abitazione di Gaza viene rinvenuto il corpo senza vita di Arrigoni, morto per strangolamento. Aveva 36 anni. Al funerale non era presente alcun politico e nessuna carica istituzionale.


Sandro Usai, volontario dei vigili del fuoco che il 25 ottobre scorso si trovava a Monterosso al Mare (La Spezia) per aiutare la popolazione ligure colpita da una grande inondazione. Durante un’operazione di soccorso ha salvato due persone prima di essere portato via dalla furia del fango e dei detriti.
Il funerale è stato umile, celebrato in presenza dei soli familiari con una colpevole assenza di rappresentanti dello Stato per cui è morto, ad eccezione del sindaco della città. Solamente il Presidente della Repubblica ha saputo riconoscerne il merito, inviando un telegramma ed avviando immediatamente le procedure per assegnare a Sandro la medaglia d’oro al valor civile. Lascia sua moglie Elena, all’età di 38 anni.

Morti in nome di quei valori essenziali, che fanno comunque poco scalpore nell’opinione pubblica, anche giovanile. Non avranno milioni di fan su facebook, ma il loro ricordo sarà sicuramente più sincero e solido nei non-molti che li hanno elogiati.


Enrico Anconelli

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